Teatro: SODDISFAZIONE MAI A NESSUNO (Performance per donna, sola)
- sabato 27 ottobre 2018
- 20:45
- Spazio Telli 1968 - Spino d'Adda
Dettagli
Ultimo appuntamento con la prima rassegna Off di Spazio Telli: in scena Federica D'Angelo con SODDISFAZIONE MAI A NESSUNO, performance per donna, sola.INGRESSO POSTO UNICO € 15,00
RIDOTTO (Fino a 17 anni) € 10,00
SPETTACOLO + SPECIAL DRINK preparato da Gabriele Ghilardi, Barman professionista
SODDISFAZIONE MAI A NESSUNO (Performance per donna, sola)
E' uno spettacolo, ma può essere una performance breve o non. Protagonista è una giovane donna cresciuta con la madre e con la nonna che le dicevano che mostrare le proprie emozioni è un segno di debolezza perché permette agli altri di capire come possono avere un potere su di te. Questa forma di educastrazione, ha portato la donna ad avere molti rimpianti, molte insicurezze sul lavoro e nella vita e, soprattutto, l'ha portata ad essere sempre nel “PRE”. Nella PRE-espressione, nella PRE – emozione, nella PRE – azione.
Dopo l'ennesima delusione amorosa la giovane donna, vestita come se stesse andando ad un ballo delle debuttanti, decide di mettersi in strada, nei parchi, in mezzo alla gente ad esprimere davanti agli sconosciuti le sette emozioni primarie: rabbia, gioia, tristezza, disgusto, sorpresa, disprezzo, paura. Su un quadratino di erba finta da cui non esce mai, con una casetta di plastica, un fornelletto per mangiare e il computer per la musica.
Le voci della madre e della nonna torneranno a risuonare nella sua testa: - Ricorda, soddisfazione mai a nessuno - Ssshhhh io questa cosa devo farla
Per ogni emozione avrà una o più azioni da fare con i passanti/pubblico. Si è per così tanto tempo tenuta tutto dentro, che ora deve mostrare ciò che prova in modo plateale. Ha un calendario preciso e molto rigoroso.
La performance si apre ad una riflessione più ampia sul maschile e sul femminile. Perché, per una donna, essere troppo emotiva è un segno di debolezza? Perché le sue fragilità sono considerate negative? Siamo stanche, stanche di questo immaginario, stanche di una società e di un'educazione così profondamente maschiliste che quasi più non ce ne accorgiamo nella nostra vita di tutti i giorni.
Una performance che si sforza di lavorare con quello che in teatro si chiama “dato di realtà” ovvero mostrarsi per ciò che si è riflettendo su quanto sia eticamente corretto fare arte con il proprio vissuto. Si, è giusto, perché parliamo dell'umano, siamo respiro di fronte ad altri respiri. Partire da sé, per cercare di arrivare ad un io universale, neutro, in cui tutti possiamo riconoscerci.
Esserci, qui e ora, conta questo.
Evento inserito da RICCARDO ITALIANO