Panis: un angolo di Puglia a Crema
Nella cornice di Piazzale Rimembranze troviamo il Panis, un locale dinamico che, pur essendo aperto da tre anni, è già diventato un punto di riferimento nel cremasco. L’anima pugliese è presente a 360 gradi, partendo dall’accoglienza, passando per i nomi dei piatti che ricordano la terra d’origine dei prodotti, per arrivare alla sua anima: la cucina.
Il design del locale è informale, minimal e accogliente, con una cura manicale ai dettagli.
Curiosa è la scelta del nome, il ristorante prende il nome dalla Via Panisperna di Roma, questo toponimo si rifà all’azione dei Frati di San Lorenzo che erano soliti a distribuire “panis et perna” (pane e prosciutto) ai poveri il giorno della festa del Santo. Il Panis vuole essere un omaggio all’acqua e alla farina, ingredienti principali dell’antica arte bianca, e ci riesce senza troppi sforzi.
A capo del locale troviamo la manager Stefania Mangiacotti e lo chef Fortunato Ranieli che hanno deciso di portare la loro idea di comfort food.
L’impressione che si ha è quella di un pasto caldo e accogliente in famiglia, i piatti proposti ricordano la tanto attesa domenica dalla nonna. Il Panis accoglie tutti i gusti, offrendo sempre ingredienti stagionali e di prima qualità, e ponendo attenzione anche alle intolleranze al glutine e al lattosio.
Nel menù la protagonista indiscussa è la panificazione, interpretata in varianti come la piadina, la puccia e la pizza verace.
All’impasto della pizza lo staff è molto legato, viene fatto lievitare per 48 ore e il risultato è una pizza molto idratata, leggera e con un cornicione alto e morbido.
Cosa abbiamo mangiato al Panis?
Abbiamo iniziato la nostra esperienza prendendo le #ricchitelladelpanis, orecchiette pugliesi con crema di pomodoro (fatta da loro) e stracciatella di burrata, un piatto che ha richiamato per forza la scarpetta.
Proseguendo abbiamo scelto la puccia Lecce, con polpette di manzo al sugo e formaggio, la porzione parla da sé, un piatto che scalda il cuore e la pancia.
Arriviamo poi a sua maestà la pizza verace, quella che abbiamo assaggiato è stata la Dolomiti con fior di latte, speck del Trentino-Alto Adige, funghi porcini, mousse di ricotta di pecora e basilico fresco, tanto buona quanto bella.
Per concludere in bellezza e dolcezza abbiamo optato per un tiramisù con crema al cioccolato (disponibile anche con la crema di pistacchio).
Il design del locale è informale, minimal e accogliente, con una cura manicale ai dettagli.
Curiosa è la scelta del nome, il ristorante prende il nome dalla Via Panisperna di Roma, questo toponimo si rifà all’azione dei Frati di San Lorenzo che erano soliti a distribuire “panis et perna” (pane e prosciutto) ai poveri il giorno della festa del Santo. Il Panis vuole essere un omaggio all’acqua e alla farina, ingredienti principali dell’antica arte bianca, e ci riesce senza troppi sforzi.
A capo del locale troviamo la manager Stefania Mangiacotti e lo chef Fortunato Ranieli che hanno deciso di portare la loro idea di comfort food.
L’impressione che si ha è quella di un pasto caldo e accogliente in famiglia, i piatti proposti ricordano la tanto attesa domenica dalla nonna. Il Panis accoglie tutti i gusti, offrendo sempre ingredienti stagionali e di prima qualità, e ponendo attenzione anche alle intolleranze al glutine e al lattosio.
Nel menù la protagonista indiscussa è la panificazione, interpretata in varianti come la piadina, la puccia e la pizza verace.
All’impasto della pizza lo staff è molto legato, viene fatto lievitare per 48 ore e il risultato è una pizza molto idratata, leggera e con un cornicione alto e morbido.
Cosa abbiamo mangiato al Panis?
Abbiamo iniziato la nostra esperienza prendendo le #ricchitelladelpanis, orecchiette pugliesi con crema di pomodoro (fatta da loro) e stracciatella di burrata, un piatto che ha richiamato per forza la scarpetta.
Proseguendo abbiamo scelto la puccia Lecce, con polpette di manzo al sugo e formaggio, la porzione parla da sé, un piatto che scalda il cuore e la pancia.
Arriviamo poi a sua maestà la pizza verace, quella che abbiamo assaggiato è stata la Dolomiti con fior di latte, speck del Trentino-Alto Adige, funghi porcini, mousse di ricotta di pecora e basilico fresco, tanto buona quanto bella.
Per concludere in bellezza e dolcezza abbiamo optato per un tiramisù con crema al cioccolato (disponibile anche con la crema di pistacchio).
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