Quin: tradizione cremasca a pochi passi dal Duomo
A pochi passi da piazza Duomo, in una traversa sorge il Quin, locale dalla presenza decennale nella città di Crema. Si tratta di un ambiente accogliente e conviviale, che vuole mantenere ben saldo lo status di trattoria per proporre ai clienti piatti abbondanti legati al territorio, seguendo la stagionalità dei prodotti e delle materie prime.
Il Quin è un ristorante a conduzione familiare, per Anita Gregis, la titolare, è considerato un vero e proprio membro della famiglia. Si tratta di ristoratori che, dalla passione per la cucina sono arrivati a vedere il concetto di ristorazione come un’importante opportunità di crescita, non solo professionale ma anche personale.
Troviamo due tipologie di menù: quello della pausa pranzo che comprende due portate a scelta, caratterizzato da piatti caldi e sazianti, e quello alla carta, dove a far da padrona troviamo la stagionalità, la tradizione e la territorialità. Si tratta di una cucina genuina e adatta a qualsiasi tipo di commensale (ci sono proposte per intollerati al lattosio e al glutine), la pasta è sempre fatta a mano con ingredienti di prima qualità.
Cosa abbiamo mangiato al Quin?
Abbiamo iniziato il nostro pranzo con il tagliere della trattoria (porzione consigliata da dividere per due persone) che comprendeva il prosciutto cotto, la coppa, il salame cremasco e un assaggio di salva cremasco con tighe, il tutto corredato da un cestino di gnocco fritto.
Proseguendo con i primi abbiamo scelto un piatto di tortelli cremaschi, pizzicati a mano seguendo la ricetta della bisnonna, e un risotto con broccoletti, salsiccia e raspadura.
Per concludere, abbiamo deciso di dividere una scodella di coniglio all’ortolana servito con medaglioni di polenta.
Tutto il nostro pranzo è stato accompagnato con due calici di Caprione del colle, un vino locale bresciano.
Per tutti i dettagli e riferimenti clicca QUI.
Il Quin è un ristorante a conduzione familiare, per Anita Gregis, la titolare, è considerato un vero e proprio membro della famiglia. Si tratta di ristoratori che, dalla passione per la cucina sono arrivati a vedere il concetto di ristorazione come un’importante opportunità di crescita, non solo professionale ma anche personale.
Troviamo due tipologie di menù: quello della pausa pranzo che comprende due portate a scelta, caratterizzato da piatti caldi e sazianti, e quello alla carta, dove a far da padrona troviamo la stagionalità, la tradizione e la territorialità. Si tratta di una cucina genuina e adatta a qualsiasi tipo di commensale (ci sono proposte per intollerati al lattosio e al glutine), la pasta è sempre fatta a mano con ingredienti di prima qualità.
Cosa abbiamo mangiato al Quin?
Abbiamo iniziato il nostro pranzo con il tagliere della trattoria (porzione consigliata da dividere per due persone) che comprendeva il prosciutto cotto, la coppa, il salame cremasco e un assaggio di salva cremasco con tighe, il tutto corredato da un cestino di gnocco fritto.
Proseguendo con i primi abbiamo scelto un piatto di tortelli cremaschi, pizzicati a mano seguendo la ricetta della bisnonna, e un risotto con broccoletti, salsiccia e raspadura.
Per concludere, abbiamo deciso di dividere una scodella di coniglio all’ortolana servito con medaglioni di polenta.
Tutto il nostro pranzo è stato accompagnato con due calici di Caprione del colle, un vino locale bresciano.
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